lunedì 23 marzo 2009

Phalula un cammino di fede

di Silverio Picasso

L’esperienza nella missione di Phalula, in Malawi, da padre Giancarlo Palazzini, è stata anche quest’anno entusiasmante; un altro percorso meraviglioso per me e per gli amici con cui ho condiviso il cammino in quei giorni.
Il gruppo di amici era formato da due coppie: i coniugi Anna e Gianni Passera e i coniugi Rosa e Brunaldo Mologni.Per questi ultimi era la loro prima volta in Malawi, ma dopo poche ore sembravano che ci fossero sempre stati!
Arrivati a Lilongwe, ad accoglierci c’era Joey. È stato bello per me rivedere all’aeroporto l’amico che a settembre dell’anno precedente mi aveva dato il suo abbraccio un arrivederci. Il nostro stato d’animo ora era diverso! A Phalula abbiamo rivisto padre Giancarlo e tutti gli altri che lo aiutano nella missione. In questi momenti le parole fanno fatica ad uscire per l’emozione, lasciando spazio ai sorrisi, alle lacrime, gli sguardi, e il cuore continua a raccogliere ogni meraviglia negli abbracci.
Entrando nella mia stanza, la prima cosa che ho rivisto è stata la bicicletta del padre appoggiata alla scrivania, con gomme nuove e copertoni molto durevoli. Sulla scrivania c’era la chiave che mi avrebbe permesso di uscire fuori dalla missione al mattino presto per avvolgermi nei colori dell’aurora. Padre Palazzini aveva pensato per me ad ogni cosa! Nel pomeriggio dello stesso giorno del nostro arrivo ci ha portato a vedere i due cantieri in due villaggi, dove si edificavano le chiese. A Malipango e l’altra a Mounekera, c’era un terzo cantiere dove si facevano lavori di ristrutturazione della scuola di Phalula.
Riabbracciare gli stessi operai dell’anno scorso con cui avevo lavorato per la costruzione della scuola di Kambewe e della chiesa di M’Gwedeza è stata un’altra gioia, anche perché anche quest’anno avrei lavorato con loro.
Rosa e Brunaldo per la prima volta incontravano l’Africa, i villaggi e le loro emozioni si scioglievano in sorrisi sui visi che erano in comunione con noi! Conservo sempre lo medesimo stupore della prima volta che ho visto Phalula e questo si trasforma in incanto, in quell’immensa bellezza che mi affascina. - Se non avessi in me questa meraviglia sarei arido e non riuscirei a scrivere giorno per giorno,nel periodo che sono a Phalula, poesie su quello che osservo e contemplo.
Al tramonto, accompagnati da tantissimi bambini,siamo andati al baobab, che sarebbe poi diventato la nostra meta, il punto d’incontro per i successivi tramonti. Durante il periodo che abbiamo trascorso a Phalula,il nostro rapporto d’amicizia ci dava l’opportunità di confrontarci e di cercare sempre nuove soluzioni, quando c’erano problemi nel lavoro che si stava svolgendo.
La giornata iniziava con la mia “uscita” al mattino presto per andare al baobab. L’ho sempre fatto, per tutti i giorni che sono stato a Phalula, per sentire in me quella meraviglia e incanto che sorgeva come il sole ed accogliere ogni bellezza come dono di Dio! Quest’anno ho avuto come compagnia Gianni nel cammino e facevamo i primi incontri con chi andava al mercato, nei campi, con i bambini che si recavano lavorare prima dì andare a scuola.
Poi ci riunivamo tutti nella piccola cappella per recitare le Lodi insieme a padre Giancarlo che precedentemente aveva celebrato la prima S. Messa nella chiesa di Phalula. Dopo colazione ciascuno aveva il suo lavoro da compiere.: Gianni e Brunaldo lavoravano nella falegnameria,oppure svolgevano quei lavori per cui serviva la loro esperienza lavorativa; Anna e Rosa si sono impegnate moltissimo con i bambini,le donne e in cucina, mentre io prendevo la bicicletta e andavo una settimana a Mounekera ed una settimana a Malipango affinché i due gruppi di lavoro non avevano tra loro gelosie, rimanendo a lavorare fino al pomeriggio, prima che il sole tramontasse.
I primi giorni facevo un po’ fatica a percorrere la strada e le piste sabbiose,con buche e sterpi, ma dopo pochi giorni non c’erano più problemi, anche perché avevo una bicicletta con copertoni molto resistenti. Durante quei percorsi in mezzo alla savana, i bambini abbandonavano il campo dove stavano lavorando e mi chiedevano continuamente caramelle,ma anche quelli che andavano a scuola,per non parlare degli adulti,anziani e di quelli che lavoravano con me!
Quando ritornavo a Phalula, Rosa,Anna,Gianni e Brunaldo mi aspettavano per andare tutti insieme con i bambini al “nostro amico” baobab. Si giocava, si cantava,c’era un’allegria,una gioia che coinvolgeva tutti anche gli adulti che si stupivano di quanti bambini erano con noi,anche perché vedevano altre persone e non il solito”Picasso”. Brunaldo era quello che aveva in mente più scherzi da compiere e veniva subito imitato.
Alla sera ci si riuniva con padre Giancarlo nella cappella, si recitava il S. Rosario i Vespri. Si pregava e in quel momento di condivisione,davamo un significato al nostro cammino nella compassione, nella nostra comunione,in quel percorso di fede a Phalula, grazie a padre Palazzini.
Alla domenica c’erano le Messe nei vari villaggi, sempre diversi e poi quest’anno c’è stata la benedizione della chiesa di M’Gwedeza, presieduta dal vescovo Mons. Alessandro Pagani. Anche quest’anno,ma ogni volta è sempre bello ed emozionante, per quello che si vede, Padre Palazzini ci ha portato al parco di Liwonde. Quest’anno per la prima volta ho visto le aquile, con il loro diadema bianco,regale che avvolgeva il loro collo.
Nel periodo che sono rimasto da solo, per il viaggio premio ai catechisti cui sono stato invitato, senza aver nessun merito ma solo grazie a padre Giancarlo, siamo andati alle sponde del lago,dopo Lilongwe, a Nkata Bay!
È stato un viaggio meraviglioso, che mi ha permesso di conoscere un altro aspetto di questa terra. Ad esempio dal punto di vista paesaggistico, cambia totalmente; non ci sono più i baobab, ma palme specialmente vicino alle sponde del lago,non vi sono le acacie,ma i bambù. È il lago che mi ha donato una delle più belle albe che ho visto in Malawi e non solo. All’alba il sole al suo sorgere accarezzava il lago, donando un riflesso multicolore alla sua superficie. I colori si stemperavano nell’acqua,ondeggiando in un tremore in strisce, per poi raccogliersi in una sola,che partiva dall’orizzonte per arrivare alla battigia. Sembrava che fosse sabbia finissima,ora rossa,arancio, rosa con striature viola, tonalità che si mescolavano,si fondevano, sciogliendosi si amalgamavano in quei colori nell’incanto, nella magia ed io mi struggevo di dolcezza che scendeva a poco a poco in me,come se un pittore avesse ”lavato” la sua tavolozza di colori nel lago e nel mio animo. Quelle tinte poi si allargavano sempre di più,fino a prendere quella solita colorazione bianca lucente di quando il sole è in alto.
Non mi sono perso un attimo di quella meraviglia e riguardando ora le foto ritrovo quell’incanto che mi ha donato una profonda commozione. La S. Messa celebrata da padre Palazzini davanti al lago, con quel sole che un attimo prima aveva recitato per me,mi faceva comprendere di quanta armonia il buon Dio ci dona e quante cose meravigliose ha fatto per noi,basta saperle accogliere ed io che cosa potevo desiderare di più in quel momento?
Al sabato dedicavo la giornata per andare in altri villaggi. Sono stato a Kacepatsonga,dove forse si costruirà un’altra scuola. Sono ritornato a N’ziza, nella scuola di Kambewe, dove manca solamente il tetto,a Namingadzi,in quella bellissima scuola che si trova su un collina davanti alla chiesa MTIMA WOYERA,ma ritornavo spesso a M’gwedeza,per il meraviglioso paesaggio che si perdeva nella valle dei baobab, come lo denominata la prima volta che l’avevo vista, e poi ora c’è la chiesa,per me la più bella di quelle edificate da padre Giancarlo. Ero presente quando si è deciso dove farla e soprattutto durante la sua costruzione,quindi ho meravigliosi ricordi di quei giorni.
Durante questi percorsi in bicicletta c’erano incontri con persone che non mi vedevano più ed io li spiegavo il motivo,ma che non mi ero dimenticato di loro. Nel pomeriggio sempre di sabato,a piedi andavo a Chilobwe,alla chiesa costruita nel 2004, in quell’estate era iniziata la mia esperienza a Phalula e durante i lavori ho conosciuto l’Amico Damiano e la sua generosità d’animo. Mi soffermavo davanti alla chiesa,lasciando che lo splendore e le emozioni entrassero nel mio cuore, da lontano sentivo le grida di chi assisteva alla partita di calcio e quando incontravo qualcuno che era abituato a vedermi in bicicletta alla sua domanda rispondevo in chichewa: “Iero sindikupalasa,koma ndi kuyenda pansi” (oggi non pedalo ma cammino) e ridevano per il mio chichewa!
Alla fine di settembre quando sono partito avevo la stessa tristezza,malinconia dei miei cari amici che erano partiti prima, le lacrime che non abbiamo saputo trattenere,mescolate a sorrisi e ringraziamenti di riconoscenza nei confronti di padre Giancarlo,erano il nostro arrivederci da Phalula.
Tutte le volte che arrivo nella missione di padre Palazzini ho la certezza di vivere un’esperienza meravigliosa e quando ritorno a casa, posseggo ancora nell’animo la meraviglia di quello che ho vissuto e l’affetto dei padri monfortani, con la speranza di aver lasciato delle buone impronte, senza mai dimenticare ciò che ho ricevuto in un sorriso!

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